ALBERT CAMUS. LA RIVOLTA DELL’UOMO E DELL’AMORE.

Di Antonella Pederiva

“Il fascismo, effettivamente, è disprezzo. Inversamente, ogni forma di disprezzo, ove intervenga nella politica, prepara o instaura il fascismo”.

È una frase tratta da “L’uomo in rivolta” di Albert Camus, un uomo, un filosofo, un libero pensatore che vorrei ricordare oggi, nel giorno della sua morte, il 4 gennaio 1960.

ALBERT CAMUS

Su una strada rettilinea e poco trafficata nei pressi di Petit-Villeblevin, in Francia, l’auto sulla quale viaggia, insieme al suo editore, alla moglie e alla figlia di questi, improvvisamente sbanda e finisce contro un platano. I due uomini moriranno, le donne si salveranno e racconteranno di aver sentito un botto sotto di loro, come uno scoppio. Qualcuno voleva porre fine alla sua vita, qualcuno a cui dava fastidio, o fu tragica fatalità? Albert Camus, non era certo uno scrittore che potesse piacere a tutti, era un uomo in rivolta, un uomo che aveva osato dire no, che aveva condannato le ingiustizie, dato voce alle sopraffazioni, un uomo che aveva osato alzare la testa, un uomo libero, non asservito a nessun partito, a nessuna corrente o dogma. Un uomo di pensiero che predicò la rivolta delle coscienze, l’antitotalitarismo, che rifiutò ogni idea di politica, uno scrittore libero, che fece della libertà la sua bandiera, che cercò di risvegliare le menti degli uomini del suo tempo, un tempo che è anche il nostro, un tempo dominato dallo spauracchio della peste e della paura.

Si ripresenta sempre periodicamente la peste a sconvolgere il mondo, la descrisse bene Camus nel suo libro “La peste”:

“D’ora in poi si può dire che la peste era la preoccupazione di tutti noi”.

“Così, ad esempio, un sentimento normalmente individuale come il dolore della separazione da coloro che si ama divenne improvvisamente un sentimento in cui tutti condividevano allo stesso modo e – insieme alla paura – la più grande afflizione del lungo periodo di esilio che attendeva”.

“Tutti sanno che le pestilenze hanno un modo di ripetersi nel mondo, eppure in qualche modo troviamo difficile credere a quelle che si schiantano sulle nostre teste da un cielo blu. Ci sono state tante piaghe quante guerre nella storia, eppure sempre piaghe e le guerre prendono le persone ugualmente di sorpresa

“.”In verità, tutto per loro diventava presente; bisogna dirlo, la peste aveva tolto a tutti la facoltà dell’amore e anche dell’amicizia”.

La peste e la paura, possono spezzare anche i legami più saldi, in nome della paura tutto può soccombere, tutto può essere cambiato o sovvertito. Così come Meursault, il protagonista del suo libro “Lo straniero”, l’uomo del nostro tempo è la dimostrazione che ci si può abituare a tutto, che l’uomo è in grado di accettare qualunque realtà gli si palesi davanti agli occhi. Camus ci ricorda però l’importanza del restare umani, l’amore per il fratello va di pari passo con la lotta per la libertà, con il ripudio di ogni forma di disprezzo, con la solidarietà, unico vero antidoto contro ogni epidemia e contro ogni oppressione.

“L’unico modo per affrontare un mondo non libero è diventare così liberi che la vostra stessa esistenza diventi un atto di ribellione” (Albert Camus)