ASPETTANDO NATALE. 2020 ANNI DOPO.

di Antonella Pederiva .

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Un Natale dibattuto e diverso. Il primo Natale dell’epoca Covid. Nell’anno del distanziamento sembra che il problema maggiore siano i regali. Sui social tengono banco post che ironizzano sui negozi aperti e sull’impossibilità poi di scambiarsi il dono acquistato. Abbuffate, pranzi e cene che si ridurranno a pochi commensali. Forse anche le settimane bianche dovranno essere solo un ricordo. Gli sci dovranno aspettare tranquilli in soffitta. Festa. Panettoni e mortaretti, fuochi d’artificio e auguri, strette di mano e pacche sulle spalle. Balli di gruppo, giochi e cotillon. Uno dei miti della nostra società languisce in un angolo. D’altronde l’apice del consumismo non è forse Natale? E mentre coloro che hanno perso, in questo anno funesto, un caro al quale, spesso, non hanno potuto rivolgere un ultimo saluto (58.852 ad ora solo in Italia, un milione e 527.000 nel mondo), mentre questi ancora, privi di lacrime, ancora non trovano un perché, un certo Gesù osserva dall’alto e sospira. Ricorda ancora il tempo in cui era stato messo in croce dagli uomini a cui predicava carità, altruismo, bontà d’animo, povertà e ricorda bene il giorno in cui rovesciò le bancarelle dei mercanti al tempio. Lo chiamarono pazzo e forse lo era quando pensava all’uomo come immagine e somiglianza di sé, quando sognava per lui un cuore forte, puro e compassionevole. Sposta lo sguardo, il Cristo, su realtà diverse, sui suoi figli martoriati, quelli che conoscono bene la tristezza dei giorni, quelli senza festa e senza voce. I dimenticati. Siria. Yemen. Nigeria. Afghanistan. E altri e altri ancora. Uomini donne, vittime sacrificali dell’egoismo e dell’avidità. Bambini che si svegliano, anche il 25 dicembre, tra sibili di bombe. Bimbi feriti, mutilati, uccisi nel corpo e nell’anima. Bambini soldato. Bambine schiave sessuali. Occhi privati di innocenza che, se sopravviveranno, porteranno nel cuore cicatrici eterne. Nessuno uccise Erode, che ancora indisturbato opera la sua vendetta. Ma il nostro Gesù di plastica dorme beato nei nostri presepi. L’albero è addobbato e noi aspettiamo che il governo ci restituisca il Natale.(Antonella Pederiva)Emmeavideopoetry.com