“Cos’è che muove la poesia, se non il segno di una nascita. Se non il segno di continuo e irrefrenabile rinnovamento?”

di Antonella Pederiva

foto di A. Pederiva

“Cos’è che muove la poesia, se non il segno di una nascita. Se non il segno di continuo e irrefrenabile rinnovamento?” È una frase di Pierluigi Cappello (1967 – 2017), uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. Tra i suoi riconoscimenti, il Premio Montale Europa (2004), Bagutta Opera Prima (2007) e Viareggio-Rèpaci (2010), il premio Vittorio De Sica sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica (2012) e il premio assegnato ogni anno dall’Accademia dei Lincei a personalità che si siano distinte nel mondo della cultura (2013). Non una vita facile quella di Pierluigi a cui un incidente rubò a 16 anni il sogno di correre. Non è mai facile cambiare i propri obiettivi, doversi arrendere al destino. Ma Pierluigi era poeta, lo era dalla nascita, come è per tutti i grandi poeti, lo era già prima di fermarsi su una sedia a rotelle, e il suo destino sarebbe stata comunque la poesia.

DA “ASSETTO DI VOLO” di PIERLUIGI CAPPELLO. Poesie 1992-2005

Ma io, che fino adesso sono stato baciato

soltanto dalla tempesta, amore mio,

che fino adesso sono rimasto solo e secco,

un nocciolo secco senza il suo pomo intorno,

che la solitudine di te, la tua alla mia

meno leggera, mi è arrivata addosso,

dove trovarla adesso la forza,

e quale e come il fuoco di guardarti

o di guardare dove non ci sia amore?

Antonella Pederiva Emmeavideopoetry.com