DIECI ANNI DI GUERRA SIRIANA. TUTTO NELLA NORMA. TUTTO NORMALE.

di Antonella Pederiva .

Anno 2021 d.C.

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Da un anno circa un virus sta tenendo sotto scacco tutti i Paesi del globo terrestre. L’ingranaggio si è inceppato, le economie hanno faticato a parare il colpo, l’insoddisfazione serpeggia e si intrufola in ogni discorso. Tutti esigono di tornare alla vita “normale”, alla libertà di movimento, di lavoro, di studio e di divertimento. La mascherina pesa come una condanna. Le restrizioni stanno strette come una camicia di forza, le rinunce bruciano come roghi, rivogliamo i nostri spazi, il benessere a cui eravamo abituati, rivogliamo la nostra vita. Ma in questo grande carrozzone che è il pianeta Terra, ci sono vite e vite. Vite che hanno un peso e un valore e vite senza consistenza, fatte dello stesso fumo che emanano le bombe che le colpiscono. Nessuno parla più di loro, sono candele spente, fanno meno rumore della cera che si scioglie, sono anime senza voce, corpi invisibili. Da marzo 2011, da 10 anni ormai, i loro territori martoriati li ospitano, li vedono vagare senza meta, senza speranze, profughi di sogni svaniti, aggrappati ai ricordi di una vita serena che non tornerà più. I genitori accarezzano i figli, quei figli che hanno tre, quattro, otto e dieci anni e che non sanno cosa sia la pace. Perché sono cresciuti in guerra, perché la desolazione è stata la loro casa, perché la polvere è stata la loro culla. Le immagini passano, saltuariamente, sui nostri schermi, somigliano ai videogiochi che piacciono tanto ai nostri figli, più ne colpiscono e più punti fanno, e se perdono una vita, subito dopo la riacquistano. In Siria no. Se muori, sei morto. Se sei ferito, puoi morire. Muori anche se hai fame, se hai freddo, perché non puoi scaldarti nei giorni freddi d’inverno, se la malattia ti prende, e se ti prende il covid, sì, forse sei finito. Perché le cure sono per gli altri, per quelli che abitano case che ancora sono case, che hanno ospedali, e medici, e medicine. Per la Siria non c’è clemenza, non c’è compassione. I media tacciono. La politica pure. Tutto nella norma. Tutto normale.

Questi i dati della guerra in Siria:Infrastrutture e servizi di base decimati dal conflitto e 6,2 milioni di sfollati interni.

11,7 milioni le persone, di cui 4.7 milioni di bambini, che hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria.

Secondo alcune fonti, tra le 250.000 e le oltre 400.000 persone uccise e molte altre rimaste ferite.

5,6 milioni di siriani fuggiti dal loro paese e rifugiati(dati di settembre 2020)

9.3 milioni di siriani che rischiano la fame.

Moneta nazionale crollata e con essa l’economia, mentre aumentano le sanzioni internazionali. Cibo e medicine sempre più introvabili. Metà dei bambini siriani che non frequentano scuole. L’80% del Paese vive sotto la soglia di povertà. Emmeavideopoetry.com