di Antonella Pederiva .
Pazienza. L’etimologia della parola pazienza ci riconduce al latino pati = sopportare, soffrire, tollerare ed al greco πάσχειν (paskein) = provare, ricevere un’impressione, una sensazione (sia positiva, sia negativa), sopportare, soffrire. Paziente è, dunque, colui che sopporta sia una situazione sfavorevole, un’avversità, che una provocazione, rimandando la reazione immediata o rinunciando a reagire del tutto. Sopportare e soffrire. Siamo proprio sicuri che sia la strada giusta? La pazienza, notoriamente è concepita come virtù, ma non facciamola diventare un vizio. Non a caso, Nietzsche scriveva: “Il vostro amore del prossimo è il vostro cattivo amore per voi stessi. Voi fuggite verso il prossimo fuggendo voi stessi, e di ciò vorreste fare una virtù […] “Concludendo: portare pazienza è giusto e doveroso, è una possibilità che è giusto sia concessa al prossimo e a chi abbiamo vicino. Ma solamente finché non raggiunge un apice per cui diventa sofferenza, passato il quale non resta altra scelta che, con molta gentilezza, rimuovere la fonte del nostro pazientare.(Antonella Pederiva)Emmeavideopoetry.altervista.org