ELOGIO ALL’UMILTÀ .

SULLE ORME DI JACK KEROUAC

Di Antonella Pederiva

fotomontaggio da immagini web

Penso che metterò in versi un elogio all’umiltà che non è la stessa cosa che dire semplicità o banalità. Il semplice comprende il valore delle piccole cose e dà loro rilievo, le esalta, le riveste di straordinarietà. L’umile capisce di non sapere a sufficienza, di dover essere sempre pronto ad imparare e a riconoscere le proprie mancanze ed i propri errori. L’umile è colui che sa che l’umiltà è quella virtù che ti consente di non montarti la testa, di non sentirti superiore, di essere consapevole delle tue capacità ma che ti spinge ad essere migliore. Quella virtù che ti fa riconoscere anche i pregi degli altri. Che ti induce all’autocritica, che ti fa tenere i piedi per terra anche se gli occhi sono rivolti al cielo. Il banale si accontenta dell’ovvio, delle frasi fatte, dell’abitudine, del sentito dire, delle convenzioni, del certo e stabilito, della “normalità” del preconcetto, del pregiudizio, della standardizzazione e della perfezione del “si è sempre fatto così, e così deve essere”.(Antonella Pederiva)

“A quel tempo danzavano per le strade come pazzi, e io li seguivo a fatica come ho fatto tutta la vita con le persone che mi interessano, perché le uniche persone che esistono per me sono i pazzi, i pazzi di voglia di vivere, di parole, di salvezza, i pazzi del tutto e subito, quelli che non sbadigliano mai e non dicono mai banalità ma bruciano, bruciano, bruciano come favolosi fuochi d’artificio gialli che esplodono simili a ragni sopra le stelle e nel mezzo si vede scoppiare la luce azzurra e tutti fanno “Oooooh!”

Da “On the road” (“Sulla strada”) di Jack Kerouac.

Jack Kerouac, (Lowell, 12 marzo 1922 – St. Petersburg, 21 ottobre 1969), è stato uno scrittore, poeta e pittore statunitense.È considerato uno dei più importanti scrittori americani e padre fondatore della Beat Generation, un movimento culturale americano costituito da vari autori, come Allen Ginsberg, William S. Burroughs, Gregory Corso, Lawrence Ferlinghetti, Gary Snyder, Michael McClure, Charles Olson che influenzò la società del tempo, mettendo in risalto il disagio delle nuove generazioni e il contrasto tra il sogno americano, propagandato dal governo, e la realtà del dopoguerra. Kerouac scrisse oltre trenta tra romanzi, raccolte di racconti e di poesie, lettere e saggi, tra le sue opere: La città e la metropoli, Sulla strada, L’ultimo vagabondo americano, I vagabondi del Dharma, Bella bionda e altre storie, I sotterranei, Maggie Cassidy, Satori a Parigi.

Da “I vagabondi del Dharma”:

“Poi tutto a un tratto ebbi il più terribile impeto di pietà per gli esseri umani, quali che fossero, le loro facce, le bocche dolenti, caratteri, tentativi di essere gai, piccole impertinenze, il sentirsi perduti, le loro cupe e vuote spiritosaggini così presto dimenticate: Oh, a che scopo? Sapevo che il suono del silenzio era dovunque e perciò tutto dovunque era silenzio. E se dovessimo svegliarci all’improvviso e vedere che quel che credevamo questo e quello, non è per niente né questo né quello?”