GANDHI E LA FORZA DELLA FRAGILITÀ

di Antonella Pederiva .

“La forza non deriva dalla capacità fisica ma da una volontà indomita”. È tutto racchiuso in questa frase il pensiero di Mohandas Karamchand Gandhi, uno dei maggiori simboli del pacifismo novecentesco, un uomo apparentemente e fisicamente fragile che riuscì a mobilitare migliaia di persone con il suo carisma, la sua personalità e fortitudine, con il coraggio delle proprie idee.

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In Sudafrica Gandhi fu insignito del titolo onorifico Mahatma, che significa “venerabile”, “grande anima”, in segno di riconoscimento per gli oltre vent’anni dedicati alla lotta alle discriminazioni e intolleranze subite dalle minoranze indiane locali, titolo che non accettava di buon grado, perché riteneva che non esistesse la distinzione tra grandi e piccole anime e che tutti gli uomini avessero pari dignità. L’India, invece, lo porta nel cuore col soprannome di Bapu, cioè “papà”, è infatti grazie a lui che il popolo indiano ottenne nel 1947 l’indipendenza dalla Gran Bretagna. “Il genere umano può liberarsi della violenza soltanto ricorrendo alla non-violenza. L’odio può essere sconfitto soltanto con l’amore. Rispondendo all’odio con l’odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondità dell’odio stesso”.

Un fine, la violenza, che non giustifica i mezzi: nessun mezzo violento arriverà mai a produrre fini buoni, non sarà mai un mezzo violento a portare alla Verità, non esistono scopi che giustifichino un mezzo violento, la ricerca della verità segue strade interdette alla violenza. In ogni ambito, che sia religioso, morale, sociale o politico la ricerca della verità passa, sempre, attraverso il dharma, o “legge cosmica” e attraverso tutte le azioni giuste che permettono all’Universo di mantenere l’ordine, contrapposizione del caos.

Le altre due basi sulle quali poneva le sue fondamenta il credo gandhiano furono: l’autodeterminazione dei popoli, (fondamentale il fatto che gli indiani potessero decidere come governare il loro paese, poiché la miseria nella quale si trovavano dipendeva dallo sfruttamento delle risorse da parte dei colonizzatori britannici), e la tolleranza religiosa; le religioni viste come strade diverse che devono però convergere nello stesso punto, ancora e sempre, la ricerca della verità.”Non conosco peccato più grande di quello di opprimere gli innocenti in nome di Dio”.

Essere religiosi, per Gandhi, non significa essere disposti ad accettare le forme di oppressione di derivazione religiosa; lo testimonia la lotta che, per tutta la vita, lui, profondamente indù, condusse contro tradizioni indù come il matrimonio infantile o la prostituzione nei templi.Un uomo, Gandhi, che seppe con il suo esempio, con la sua determinazione ma, soprattutto, con la sua azione, cambiare il mondo; una piccola goccia che trascinò con sé un’altra goccia, un’altra e un’altra ancora, fino a trasformarsi in onda, fino a diventare mare. “Noi non siamo altro che lo specchio del mondo. Tutte le inclinazioni presenti nel mondo esterno sono da ricercare nel mondo del nostro corpo. Se riusciamo a cambiare noi stessi, anche le inclinazioni del mondo esterno cambiano. Quando cambiamo la nostra natura, anche l’atteggiamento del mondo verso di noi cambia. Questo è il mistero divino supremo. E’ una cosa straordinaria, è la fonte della felicità. Non abbiamo bisogno di aspettare di vedere cosa fanno gli altri”. Non abbiamo bisogno di vedere cosa fanno gli altri, il cambiamento siamo noi, ed è da ognuno di noi che saranno decise le sorti del mondo.

Il 30 gennaio 1948, a Nuova Dehli, Gandhi venne raggiunto da 3 proiettili, a distanza ravvicinata. Erano le 17.46 quando fu ufficialmente divulgata la notizia del decesso.Chi lo uccise fu Nathuram Godse, fanatico indù.

“Prendi un sorriso, regalalo a chi non l’ha mai avuto. Prendi un raggio di sole, fallo volare là dove regna la notte. Scopri una sorgente, fa bagnare chi vive nel fango. Prendi una lacrima, posala sul volto di chi non ha pianto. Prendi il coraggio, mettilo nell’animo di chi non sa lottare. Scopri la vita, raccontala a chi non sa capirla. Prendi la speranza, e vivi nella sua luce. Prendi la bontà, e donala a chi non sa donare. Scopri l’amore, e fallo conoscere al mondo”. Emmeavideopoetry.com