GIORGIO FALETTI. IL POETA.

Di Antonella Pederiva .

Il 25 novembre 1950 nasceva Giorgio Faletti, cantante, attore, comico ma, per me, soprattutto scrittore e grande uomo. Dotato di una capacità eccezionale di esprimere emozioni, di usare le parole per arrivare al cuore.Voglio ricordarlo così:

L’ASSURDO MESTIERE

Ci metterò la mani e un genio da inventore,

Ci metterò un dolore che so io

Ci metterò l’asfalto e il sogno di un attore

Che appoggia il manoscritto sul leggio

E tirerò il cemento come un muratore sa non è possibile

E tesserò una tela che sarà una vela grande e irrestringibile

E tergerò la fronte con la mano aperta per il gran sudore

E accorderò strumenti con il tocco esperto che ha un suonatore

Mi metterò seduto li a impagliare sedie per sedermi insieme

Mi stupirò di non averlo fatto mai e di averlo fatto bene

Perché c’è sangue, c’è fatica, c’è la vita

Anche se a volte ci si spezza il cuore

In questa assurda specie di mestiere

Benedetto tu sia per quel ciuffo di pelo nero

Che se l’hai fatto tu non è cosa brutta davvero

E per le storie eterne dei cartoni animati

Per quei pazzi o quei saggi che li han disegnati

E per quel che si mangia si respira e si beve

Per il disegno allegro della pipì sulla neve

E per le cose tonde e per le cose quadre

Per le carezze di mio padre e di mia madre

Per il futuro da leggere invano girando i tarocchi

Per le linee della mano diventate rughe sotto gli occhi

Perché tutto è sbagliato ed è così perfetto

Per ciò che vinco e ciò che perdo se scommetto

Tu sia benedetto.

Benedetto tu sia

Per avermi fatto e messo al mondo

E per quel che ho detto prima ti perdono

Di non avermi fatto alto e biondo

Ma così stupido e così vero

Con l’eterna paura dell’uomo nero

E del viso bianco come calce

Di quella sua signora con la falce

Che come tutti prima o poi mi aspetto

E per cui altri ti han benedetto

Ma io no

Mi dispiace ma sono solo un uomo e non ne son capace

Ma c’è una cosa che ti chiedo ed è un favore

In cambio del bisogno del dottore

Mentre decidi ogni premio e ogni castigo

Mentre decidi se son buono o son cattivo

Fa che la morte mi trovi vivo

E se questo avverrà io ti prometto

Che mille e mille volte ti avrò benedetto

E se per caso non ci sei come non detto

E avrò davanti agli occhi la mia mano aperta per il troppo sole

E andrò verso la notte con il passo calmo del seminatore

Aspetterò seduto lì per dare un nome all’ombra di qualcuno

Che per un poco sembrerà sia tutti e non sarà nessuno

Perché c’è sangue, c’è fatica, c’è la vita

Anche se a volte ci si spezza il cuore

In questa assurda specie di mestiere

Che è l’amore

“Nella vita ci sono cose che ti cerchi e altre che ti vengono a cercare.

Non le hai scelte e nemmeno le vorresti, ma arrivano e dopo non sei

più uguale. A quel punto le soluzioni sono due: o scappi cercando di

lasciartele alle spalle o ti fermi e le affronti. Qualsiasi soluzione tu

scelga ti cambia, e tu hai solo la possibilità di scegliere se in bene o in

male.

“(Io uccido)

“È tipico delle persone piccole a cui viene dato un piccolo potere. Forti con i deboli, deboli con i forti.

“(Appunti di un venditore di donne)

“Fai attenzione alla tua ombra. Ogni uomo ha un fratello che è la sua copia esatta. È muto e cieco e sordo ma dice e vede e sente tutto, proprio come lui. Arriva nel giorno e scompare la notte, quando il buio lo risucchia sottoterra, nella sua vera casa. Ma basta accendere un fuoco e lui è di nuovo li, a danzare alla luce delle fiamme, docile ai comandi e senza la possibilità di ribellarsi. Sta disteso per terra perché glielo ordina la luna, sta in piedi su una parete quando il sole glielo concede, sta attaccato ai suoi piedi perché non può andarsene. Mai. Quest’uomo è la tua ombra. È con te da quando sei nato. Quando perderai la tua vita, la perderà con te, senza averla vissuta mai. Cerca di essere te stesso e non la tua ombra o te ne andrai senza sapere che cos’è la vita.

“(Fuori da un evidente destino)