HERMAN MELVILLE, LO SCRUTATORE DELL’ANIMA

di Antonella Pederiva

1 agosto 1819.

fonte foto web

Nasce a New York, Herman Melville, scrittore e critico letterario, autore nel 1851 del romanzo capolavoro “Moby Dick”, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento Americano e colonna portante dell’intera letteratura americana, insieme a Nathaniel Hawthorne, Edgar Allan Poe e Walt Whitman, scrutatore attento dell’animo umano, scrittore arguto che evidenziò, nei suoi romanzi, l’ipocrisia dei buoni sentimenti del cristianesimo, lo sfruttamento utilitaristico basato sull’ideologia del progresso e del colonialismo, la devastazione della natura. Melville fu anche, forse soprattutto, poeta, dapprima ignorato, addirittura deriso, come fu d’altra parte anche per tutta la sua opera. Basti pensare che Melville restò per tutta la sua vita scrittore solo nei ritagli di tempo che gli concesse il suo lavoro di insegnante prima e di doganiere poi, e che “Moby Dick” fu riconosciuto dalla critica come uno dei più grandi capolavori di tutti i tempi, soltanto negli anni venti, trent’anni dopo la sua morte, avvenuta nel 1891 dopo lunga malattia.

Bellissima la poesia FONTI SOLITARIE, tratta da “Poesie di guerra e di mare”, che vi propongo nella traduzione italiana di Roberto Mussapi, Mondadori, 2019:

Lo so: la gioventù favolosa fugge e svanisce:

ma tu non guardare il mondo con occhi mondani,

non adeguarti al ritmo delle stagioni.

Anticipa e precludi la sorpresa,

sta’ dove staranno i Posteri,

sta’ dove son stati e sono gli Antichi,

e immerse le tue mani in fonti solitarie,

bevi l’essenza del sapere immutabile:

saggio una volta, sarai saggio per sempre.