di Antonella Pederiva .

C’è chi ancora crede che sorridere sia perdere una parte di sè e si tiene il proprio sorriso ben stretto, come l’avaro che, per paura di sperperare i propri denari, li tiene ben conservati in uno scrigno, del quale solo lui possiede la chiave. C’è chi nega il proprio sorriso perché la sua mente è persa nelle sue preoccupazioni e i suoi occhi non riescono più a vedere oltre e al di fuori di sè. C’è invece chi non può fare a meno di donare e dispensare sorrisi a piene mani, in felicità e in tristezza, persino nel dolore, quando la morte gli attanaglia il cuore, in una invisibile trasmissione di positività. Il potere di un sorriso è immenso. Così come il potere della sua negazione.(Antonella Pederiva)
IL TUO SORRISO di Pablo Neruda
Toglimi il pane, se vuoi,
toglimi l’aria, ma
non togliermi il tuo sorriso.
Non togliermi la rosa,
la lancia che sgrani,
l’acqua che d’improvviso
scoppia nella tua gioia,
la repentina onda
d’argento che ti nasce.
Dura è la mia lotta e torno
con gli occhi stanchi,
a volte, d’aver visto
la terra che non cambia,
ma entrando il tuo sorriso
sale al cielo cercandomi
ed apre per me tutte
le porte della vita.
Amor mio, nell’ora
più oscura sgrana
il tuo sorriso, e se d’improvviso
vedi che il mio sangue macchia
le pietre della strada,
ridi, perché il tuo riso
sarà per le mie mani
come una spada fresca.
Vicino al mare, d’autunno,
il tuo riso deve innalzare
la sua cascata di spuma,
e in primavera, amore,
voglio il tuo riso come
il fiore che attendevo,
il fiore azzurro, la rosa
della mia patria sonora.
Riditela della notte,
del giorno, della luna,
riditela delle strade
contorte dell’isola,
riditela di questo rozzo
ragazzo che ti ama,
ma quando apro gli occhi
e quando li richiudo,
quando i miei passi vanno,
quando tornano i miei passi,
negami il pane, l’aria,
la luce, la primavera,
ma il tuo sorriso mai,
perché io ne morrei.