Di Antonella Pederiva
Un antico detto buddista dice: ‘Se vuoi conoscere il tuo passato, guarda il tuo presente. Se vuoi conoscere il tuo futuro, guarda il tuo presente”.
Ogni causa ha un effetto, ci insegna la legge del karma. Dalle nostre abitudini, da ciò che abitualmente facciamo, dipenderà il nostro futuro, proprio così come il nostro presente è il frutto del nostro passato. È il “vasana”, la traccia mentale che nasce dal nostro subcosciente, l’orma che abbiamo impresso alla nostra anima, un solco difficile da colmare, è la tendenza a ripetere le esperienze, siano esse positive o negative, è, in fondo, ciò che chiamiamo fortuna o sfortuna, la fatalità, l’ineluttabile, quello che continuiamo a trascinare di noi, il ciclo continuo che si perpetua, ancora ed ancora.
Spezzare le catene, viaggiare oltre, oltre ciò che ci ha spezzati, ritrovare la nostra origine, pura, incontaminata, è un percorso difficile, perché difficile è rimuovere le paure, le delusioni, il ricordo dei desideri negati, la rabbia, la frustrazione, difficile perdonare ed accettare, accantonare per non riprendere. Difficile, ma necessario per cambiare il nostro destino, per spostare la leva dello scambio su un altro binario, per programmarsi un nuovo viaggio, affrontando un ignoto che può, sì, intimorire più del conosciuto, ma che aprirà confini e territori di cui non conoscevamo l’esistenza, oasi di inconsueta e straordinaria novità, paesaggi ampi di rinnovata libertà.