IN RICORDO DI CARLOS RUIZ ZAFÓN. IL DESTINO E L’AZIONE. RIFLESSIONI.

Di Antonella Pederiva

“Le coincidenze sono le cicatrici del destino. Le coincidenze non esistono, Daniel: siamo solo marionette mosse dalla nostra incoscienza. Per anni mi sono illusa che Juliàn fosse ancora l’uomo di cui ero innamorata, o ciò che ne restava. […] Gli esseri umani sono disposti a credere a qualunque cosa tranne che alla verità.”(Carlos Ruiz Zafón, dal libro “L’ombra del vento”)

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Omaggio a Carlos Ruiz Zafón, l’autore spagnolo più letto al mondo dopo Miguel de Cervantes con il suo Don Chisciotte, scomparso il 19 giugno 2020, a soli 55 anni, dopo lunga malattia. Un autore appassionato e riservato che ha saputo intessere storie fantastiche ricamandole sui temi fondamentali del nostro vivere. Nei suoi romanzi sempre l’ombra del destino vista come una forza al di sopra di ogni volontà e di ogni potere, che, sulla scacchiera dell’esistenza, fa muovere e fa incontrare le anime. Il fato visto come amico magnanimo ma anche come tiranno, un jolly capace di creare caos e scatenare tempesta. Zafón, però, porta i suoi personaggi a ricercarlo, e ci esorta a non restare immobili perché, come in una profezia che si avvera, chi resta fermo rimarrà inevitabilmente bloccato e affonderà nella corrente di un destino che non ha voluto, non ha scelto ma che non ha mai provato a contrastare.

“Si stavano domandando se il loro destino era stato deciso dalle carte toccate loro in sorte o dal modo in cui le avevano giocate”, scrive ancora Zafón.

Già! Il nostro destino è stato deciso dalle carte o ce le siamo giocate male? Stavamo andando in una direzione, o aspettavamo ad un bivio; il vento del destino ha spazzato via il sentiero, sollevato polvere a coprire i contorni delle cose. Dov’è il nord ora, dove il sud? Il terreno davanti a noi è roccia o sabbia mobile? Lo sapremo soltanto rischiando il primo passo.