GRANDE SUCCESSO PER L’AZIENDA AGRICOLA SAN LORENZO DI PONZONE (AL).
di Antonella Pederiva
Una vera tradizione non è la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima e informa di sé il presente. E’ una frase del compositore russo Igor Stravinskij che ben si adatta al percorso di Mariangela, Fedele e Davide Lauria. Un mondo, il loro, non di note musicali ma di gusto, di retrogusto, di sapori, di odori, di aromi. E’ la sapiente disposizione delle note sul pentagramma che crea un capolavoro, è la sapiente miscelanza di tante caratteristiche che crea l’eccellenza. L’essenziale è invisibile agli occhi, diceva il Piccolo Principe, ma non sfugge al palato. La straordinarietà del formaggio semistagionato San Martin, non è sfuggita ai giudici dell’Italian Cheese Awards, come non è sfuggito loro il talento di questi tre giovanissimi casari, che negli ultimi anni hanno portato il nome dell’azienda paterna ai vertici nazionali. Nasce nel 1998, dalla passione di Francesco Lauria, l’Azienda Agricola San Lorenzo di Ponzone (AL), dal suo amore per gli spazi aperti, per gli animali, per la natura. Un vecchio casolare ristrutturato, immerso nel verde dei boschi piemontesi, una decina di capre, che con gli anni sono diventate 510. Anni di sacrifici e di rinunce condivisi con la famiglia, con i tre figli. Centro Congressi di Verona Fiere, 27 ottobre. Tra i 33 finalisti, ci sono loro, 21, 27 e 29 anni, i loro visi tradiscono la loro emozione, sorridono ma il cuore trema d’orgoglio e di gioia mentre ricevono la preziosa statuetta. Hanno passato tutte le selezioni, in una competizione con più di 1400 partecipanti. Non ci sono più dubbi. E’ il San Martin il Formaggio di Montagna 2019, un prodotto unico, prodotto con il solo utilizzo della munta del mattino, la cui cagliata viene rotta più volte, salata, pressata in forma, lasciata asciugare per 7 giorni e 7 notti, lasciata stagionare in cantina per 60 giorni, per ottenere una pasta dal sapore complesso e importante, una pasta profumata e delicata. Il segreto di questo successo è nella capacità di questi tre ragazzi di evolversi, di sperimentare, restando però, nel contempo, fedeli alle origini. Le loro capre pascolano felici in un territorio incontaminato, alla ricerca delle erbe migliori che arricchiscono il prodotto di aromi. Il risultato è questo: un formaggio completamente artigianale e sano, ottenuto lavorando il latte crudo, senza l’utilizzo di nessun additivo chimico. Un lungo applauso li accompagna. Di loro si sentirà ancora parlare, o meglio, per loro parleranno i loro formaggi.
“Il signor Palomar pensa che in ogni formaggio c’è un pascolo, un cielo, e un segreto diverso tramandato per ognuno da secoli e secoli. Non è questione di scegliere il proprio formaggio, ma d’essere scelti. Perché tra formaggio e cliente, c’è un rapporto reciproco. Ogni formaggio aspetta il suo cliente, si atteggia in modo d’attrarlo, con una sostenutezza o granulosità un po’ altezzosa, o al contrario, sciogliendosi in un arrendevole abbandono. (Palomar. Italo Calvino)”