LA GUERRA GIUSTIFICA? NO, GRAZIE.

Di Antonella Pederiva

Fonte foto Web

Video strazianti arrivano dall’Ucraina, video di una violenza inaudita, pestaggi, esecuzioni, addirittura un soldato ucraino che chiama la mamma di un soldato russo con il telefono del figlio. Ride, il soldato, davanti alla disperazione della donna, gode nel raccontarle come è stato fatto a pezzi. E poi leggo i commenti dei nostri concittadini italiani. Sgomento, condanna ma anche ineluttabilità. La guerra porta a questo. È quasi normale, risveglia la bestia che è nell’uomo. È colpa di chi ha attaccato. No, signori, non funziona così. La bestia era già bestia prima. Non sto a disquisire su chi abbia ragione e chi abbia torto in questa faccenda. Non ne ho la competenza, mi limito ad ascoltare le voci degli esperti, degli strateghi, poco quella dei giornalisti che fino a ieri si occupavano di gossip nella tranquillità dei loro studi televisivi o sulle poltrone girevoli dei loro uffici, di più di quelli che la guerra l’hanno vissuta, degli storici inviati che le atrocità le hanno marchiate nella memoria. Ho imparato a capire che non esistono i buoni e i cattivi assoluti, che i governi non si muovono col sentimento. E ricordo una frase che mio padre, reduce di guerra sui vari campi di battaglia, anche di Russia, mi ripeteva: ” Ho l’onore di non aver mai ucciso nessuno!”. Questo gli premeva, essere riuscito a non ammazzare nessuno di quei fratelli chiamati alle armi contro la loro volontà, proprio come lui, giovane ventenne proiettato al futuro. Fratelli di un’altra nazione, con nomi stranieri ma uomini pieni, come lui, di speranze bruciate tra i fuochi dei cannoni. Un uomo mite non diventerà mai un carnefice, un uomo buono avrà sempre pietà. Un uomo che si dica uomo non infliggerà mai gratuitamente il male, non avrà mai gli occhi di Satana, non esibirà mai il suo trofeo di sangue.

FRATELLI

Di che reggimento siete

fratelli?

Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante

involontaria rivolta

dell’uomo presente alla sua

fragilità

Fratelli.

(Giuseppe Ungaretti, Mariano il 15 luglio 1916)