LA MIA PENA È DURARE OLTRE QUESTO ATTIMO (MARIO LUZI, APRILE-AMORE)

Di Antonella Pederiva

Quando il pensiero della morte ci accompagna, l’amore ce ne allontana. Viviamo un tempo che soffre e fa soffrire, un tempo di spettri che ci assalgono e che non riusciamo a decifrare. Io mi aggiravo in questa traccia fine e debole che è la poesia e, mentre mi illudevo di trovare negli altri ciò che è in me o ciò che non esiste, aspettavo un soccorso che arrivasse da lontano, che in un soffio riaccendesse la speranza. E ti cercavo ovunque, e speravo di riconoscerti quando avresti incrociato il mio sguardo. E ora che ti ho trovato, è questa la mia pena, che svanisca subito quest’attimo.

Il 20 ottobre 1914 a Castello, frazione di Sesto Fiorentino, nasce Mario Luzi, poeta, drammaturgo, critico letterario, traduttore, critico cinematografico e accademico italiano, uno degli esponenti di spicco della corrente ermetica, insieme a Quasimodo, Ungaretti, Gatto. Ci lascerà il 28 febbraio 2005, lasciandoci in eredità poesie come questa:

fonte foto web

Da “Primizie del deserto”

APRILE-AMORE

Il pensiero della morte m’accompagna

tra i due muri di questa via che sale

e pena lungo i suoi tornanti. Il freddo

di primavera irrita i colori,

stranisce l’erba, il glicine, fa aspra

la selce; sotto cappe ed impermeabili

punge le mani secche, mette un brivido.

Tempo che soffre e fa soffrire, tempo

che in un turbine chiaro porta fiori

misti a crudeli apparizioni, e ognuna

mentre ti chiedi che cos’è sparisce

rapida nella polvere e nel vento.

Il cammino è per luoghi noti

se non che fatti irreali

prefigurano l’esilio e la morte.

Tu che sei, io che sono divenuto

che m’aggiro in così ventoso spazio,

uomo dietro una traccia fine e debole!

È incredibile ch’io ti cerchi in questo

o in altro luogo della terra dove

è molto se possiamo riconoscerci.

Ma è ancora un’età, la mia,

che s’aspetta degli altri

quello che è in noi oppure non esiste.

L’amore aiuta a vivere, a durare,

L’amore annulla e dà principio. E quando

chi soffre o langue spera,

se anche spera,che un soccorso s’annunci di lontano,

è in lui, un soffio basta a suscitarlo.

Questo ho imparato e dimenticato mille volte,

ora da te mi torna fatto chiaro,

ora prende vivezza e verità.

La mia pena è durare oltre questo attimo.