L’INSEGNAMENTO DI TAGORE
Di Antonella Pederiva
Diceva Rabindranath Tagore: “La perfetta libertà consiste nell’armonia che noi realizziamo, non per mezzo di quanto conosciamo, ma di ciò che siamo”. Non è la nostra conoscenza che ci fa essere, è la nostra essenza. Non siamo nemmeno attraverso ciò che gli altri pensano e vedono di noi. Perché ognuno ci dà un nome diverso, ognuno ci vede con occhi che sono suoi. Così prendiamo, agli occhi degli altri, non la nostra sembianza, ma la sembianza del pensiero di ognuno.
Scriveva Tagore:
COLUI CHE IL MIO NOME RINCHIUDE
Colui che il mio nome rinchiude
piange in questa prigione.
Ho un gran da fare
a costruirmi intorno questo muro
e mentre il muro sale verso il cielo
giorno per giorno
me ne sto nella sua ombra scura
e perdo di vista il mio vero essere.
Sono fiero di questo grande muro
e lo ricopro per bene di polvere e sabbia
per paura che rimanga anche
il più piccolo spiraglio.
Per questa mia solerzia
non vedo più
chi veramente sono.
Riuscire ad essere cioè che si è, nonostante i mille volti che ci attribuisce la gente. Sappiamo chi siamo? Riusciamo ad esserlo?