LA PRESUNZIONE DEL CONOSCERE

Di Antonella Pederiva

foto web

PREṠUNZIÓNE dal lat. praesumptio -onis, der. di praesumĕre «presumere», ‘prendere prima’, comp. di prāe- ‘pre-’ e sumĕre ‘prendere’, trarre da un dato che si conosce argomenti in base ai quali indurre l’esistenza di un dato ignoto, argomentazione o congettura per cui da fatti noti o anche in parte immaginati si ricavano opinioni e induzioni più o meno sicure intorno a fatti ignorati. Ignorare, deriv. di ignārus ‘ignaro”, cioè “inesperto”, a sua volta composto dal prefisso negativo in- e da gnarus, “esperto, pratico”, non al corrente, all’oscuro, inconsapevole. NON AL CORRENTE. Partiamo da qua….

Siete al corrente? Della mia vita, del mio passato, delle mie esperienze, delle mie delusioni, delle mie sofferenze, dei miei insuccessi, e anche dei miei successi, delle gioie passate, della mia storia? Lo siete? No. Come io non lo sono di voi. Allora non presumete, non presumiamo. Perché la presunzione porta alla convinzione di sapere e porta inesorabilmente al giudizio, derivato di iūdex iudĭcis ‘giudice’, dal latino iudex cioè “colui che dice il diritto”. Diritto che non avete e che non ho.

“Niente è come sembra, niente è come appare, perché niente è reale.” (Franco Battiato)