Di Antonella Pederiva
“Andando dove devi andare, e facendo quello che devi fare, e vedendo quello che devi vedere, smussi e ottundi lo strumento con cui scrivi. Ma io preferisco averlo storto e spuntato e sapere che ho dovuto affilarlo di nuovo sulla mola e ridargli la forma a martellate e renderlo tagliente con la pietra, e sapere che avevo qualcosa da scrivere, piuttosto che averlo lucido e splendente e non avere niente da dire, o lustro e ben oliato nel ripostiglio, ma in disuso.”
(Ernest Hemingway)
Di che cosa parla Hemingway in tutto questo giro di parole? Cerchiamo di analizzare bene la metafora. Non parla forse della vita, dei nostri talenti, dei rischi che ci assumiamo o non assumiamo? Preferisco assumermi la responsabilità di dire, di fare e di sbagliare, di fidarmi e di rimanere fregata, di rischiare e di perdere, di testimoniare e di mettermi in gioco, di espormi. Preferisco avere qualcosa da scrivere e consumare inchiostro, che conservare la mia penna, lucida e al sicuro nella sua custodia.
(Antonella Pederiva)