L’ULTIMA ORA A VENEZIA

di Antonella Pederiva .

L’ULTIMA ORA A VENEZIA Dopo la firma della resa del 22 agosto 1849, il 27 agosto gli Austriaci riprendono il possesso di Venezia, una città che per 18 mesi era riuscita a liberarsi dal dominio straniero e a conquistare l’indipendenza, una città che si era battuta come un leone, quello raffigurato sulla sua bandiera, ora invece mesta, triste, silenziosa e agonizzante, ridotta allo stremo dalle battaglie, dalla fame e dall’epidemia di colera, costretta ad arrendersi al nemico dopo una lunga e strenua difesa guidata da Daniele Manin che per quel breve tempo fu a capo della “Repubblica di San Marco”. Il generale Radetzky, il 30 agosto fa il suo ingresso trionfale. Venezia, piangente ma ancora fiera, si sottomette e si dispera. Un poeta patriota osserva e la canta. Lui è ARNALDO FUSINATO (Schio, 25 novembre 1817 – Verona, 28 dicembre 1888) e la poesia è “L’ultima ora a Venezia”, i cui due ultimi versi sono stati resi celebri, in tempi recenti, dalla famosa canzone di Franco Battiato “Bandiera bianca”.

Fonte foto: web. Opera “Piazza San Marco verso la Basilica” del Canaletto. 

È fosco l’aere,

il cielo è muto;

ed io sul tacito

veron seduto,

in solitaria

malinconia

ti guardo e lagrimo,

Venezia mia !

Fra i rotti nugoli

dell’occidente

il raggio perdesi

del sol morente,

e mesto sibila

per l’aria bruna

l’ultimo gemito

della laguna.

Passa una gondola

della città: –

Ehi, della gondola,

qual novità ? ––

Il morbo infuria

il pan ci manca,

sul ponte sventola

bandiera bianca ! –

No, no, non splendere

su tanti guai,

sole d’Italia,non splender mai !

E su la veneta

spenta fortuna

si eterni il gemito

della laguna.

Venezia ! L’ultima

ora è venuta;

illustre martire,

tu sei perduta …

Il morbo infuria,

il pan ti manca,

sul ponte sventola

bandiera bianca !

Ma non le ignivome

palle roventi,

né i mille fulmini

su te stridenti,

troncâro ai liberi

tuoi dì lo stame …

Viva Venezia !

muore di fame !

Su le tue pagine

scolpisci, o storia,

l’altrui nequizie

e la sua gloria,

e grida ai posteri:–

Tre volte infame

chi vuol Venezia

morta di fame ! –

Viva Venezia !

L’ira nemica

la sua risuscita

virtude antica;

ma il morbo infuria,

ma il pan ci manca …

sul ponte sventola

bandiera bianca !

Ed ora infrangasi

qui su la pietra,

finché è libera

questa mia cetra.

A te, Venezia,

l’ultimo canto,

l’ultimo bacio,

l’ultimo pianto !

Ramingo ed esule

in suol straniero,

vivrai, Venezia,

nel mio pensiero;

vivrai nel tempio

qui del mio core

come l’immagine

del primo amore.

Ma il vento sibila

ma l’ombra è scura,

ma tutta in tenebre

è la natura:

le corde stridono,

la voce manca …

sul ponte sventola

bandiera bianca !

(Antonella Pederiva) Emmeavideopoetry.com