di ANTONELLA PEDERIVA
L’unione fa la forza, dice il detto. Cosa manca in questa situazione? Manca proprio l’unione di intenti, manca una strategia comune, mancano decisioni condivise, manca lo spirito di collettività, manca il senso di responsabilità e di rispetto per gli altri. Mancano troppe cose per pensare ad una soluzione veloce e indolore. Tante teste, tanti pensieri, e poi la destra, e poi la sinistra, interessi di partito, politici, economici. Manca la capacità di rinuncia perché il benessere raggiunto non si baratta nemmeno con la salute. Il Covid 19 non ci ha migliorati, come qualcuno agli esordi auspicava. Al contrario ha esaltato i nostri difetti oltre ad inasprire gli animi. Così è capitato che anche gli amici si sono trovati avversari, confusi dai troppi pareri discordanti, da troppe informazioni contrastanti, da medici, virologi, opinionisti in antitesi uno con l’altro. Quando il nemico è confuso e poco coeso è più facile sferrare l’attacco, penetrare lo sbarramento, colpire al cuore. E il virus piano, piano, giorno dopo giorno, avanza, silenzioso, subdolo, apparentemente invisibile ed innocuo. Buca le file, si insinua e si annida nei nostri affetti, nei nostri abbracci, nei nostri noncuranti comportamenti, nella nostra quotidianità. Più di un milione di morti nel mondo avrebbero dovuto metterci in guardia, farci alzare barricate, rinforzare la prima linea, correre a cercare munizioni. Abbiamo scelto di vivere l’attimo, sperando nella buona sorte, dimenticando che la buona sorte, spesso, dipende da noi.