Di Antonella Pederiva
Tra ciò che vedo e dico,
tra ciò che dico e taccio,
tra ciò che taccio e sogno,
tra ciò che sogno e scordo,
la poesia.
(da Dire, fare)
Tra andarsene e restare è incerto il giorno,
innamorato della sua trasparenza.
Il pomeriggio circolare si fa baia;
nel suo calmo viavai si mescola il mondo.
Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è inafferrabile.
Le carte, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all’ombra dei loro nomi.
Nella mia tempia il battito del tempo ripete
la stessa testarda sillaba di sangue.
Dell’indifferente muro la luce fa
uno spettrale teatro di riflessi.
Mi scopro nel centro di un occhio;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.
Si dissipa l’istante. Immobile.
Vado e vengo: sono una pausa.
(Andarsene e restare)
È considerato il poeta di lingua spagnola più importante della seconda metà del Novecento, Octavio Paz (Octavio Irineo Paz Lozano).
Nato a Città del Messico, il 31 marzo 1914, deceduto nella stessa città il 20 aprile 1998, poeta, scrittore saggista e diplomatico messicano, insignito nel 1990 del Nobel per la letteratura, Paz rappresenta il pensiero che non sta al servizio del dogma bensì del dialogo. Uno spirito coerente nella vita e nella parola che, prima di fossilizzarsi in una sola verità, preferisce arricchirsi delle contraddizioni di tutte, interrogandosi. La sua prosa e la sua poesia sono luminose, dirette, naturali, lontane da qualsiasi sentimentalismo, esibizionismo o oscurantismo. Fedele fotografo della sua nazione, durante i suoi settanta anni di scrittore donò ai messicani e al mondo una vasta e prolifica produzione letteraria tra cui lucidi saggi, poesie vibranti, scritti di ricordi familiari e libri che raccolgono le sue vicende politiche e la storia del XX secolo.
Qual è il destino del poeta? Le parole.
DESTINO DEL POETA
Palabras? Sí, de aire,
y en el aire perdidas.
Déjame que me pierda entre palabras,
déjame ser el aire en unos labios,
un soplo vagabundo sin contornos
que el aire desvanece.
También la luz en sí misma se pierde.
DESTINO DEL POETA
Parole? Sì, d’aria,
perdute nell’aria
Lascia che mi perda tra le parole,
lascia che sia l’aria sulle labbra,
un soffio vagabondo senza contorni,
breve aroma che l’aria disperde.
Anche la luce si perde in se stessa.