PARTE DA CASCINA, PISA, IL TOUR “PADRONI DI NIENTE” DI FIORELLA MANNOIA

di Antonella Pederiva

C’è che siamo padroni di tutto e di niente
C’è che l’uomo non vede, non parla e non sente
Qui c’è gente che spera in mezzo a gente che spara e dispera l’amore
Qui c’è chi non capisce che prima di tutto la vita è un valore

Fiorella Mannoia alla Città del Teatro – snapshot by marco bartolomei video

Sono parole profetiche quelle che Fiorella Mannoia canta nel suo brano “Padroni di niente”, una lirica scritta dalla cantautrice Amara, nell’omonimo album del 2020, il diciannovesimo della carriera di questa straordinaria interprete, scelta dai più grandi autori per la sua voce graffiante, calda, unica nel panorama musicale italiano.
Fiorella Mannoia non si limita a cantare dal palco di Cascina, tappa zero del tour denominato proprio “Padroni di niente”, la sua voce diventa testimonianza, monito, speranza, come sempre o spesso, lo è la musica. Fiorella si fa interprete dell’esistenza, una donna attiva anche nel sociale, sensibile, appassionata, grintosa, dal piglio sicuro, che sa aggiungere infinite sfumature alle composizioni che le sono affidate, a cui dona vita, pathos, che riempie di struggente verità.
Un’artista autentica, colta, capace di esporsi sempre in prima persona, consapevole del suo carisma e della dote innata di riuscire a portare in superficie sentimenti e stati d’animo. Con il suo  timbro inusuale i brani dei prestigiosi autori, spesso autentiche poesie, acquistano vigore, enfasi, teatralità, trasmettono sentimento ed emozione. Dal primo incontro col grande pubblico, il Festival di Sanremo nel 1981, dove presentava “Caffè nero bollente”, sono passati ormai quarant’anni (ma sono cinquanta gli anni di attività), e la sua voce non ha mai perso vitalità; la maturità, al contrario, l’ha resa più forte, più coraggiosa, più determinata. 
A Cascina, Mannoia, convince, entusiasma, fa vibrare cuori, commuove con i bellissimi brani del suo recente album e con i brani famosi del suo vastissimo repertorio, autentici capolavori come “Quello che le donne non dicono”, “Le notti di maggio”,
“I venti del cuore”, “Il cielo d’Irlanda”, “Combattente”, “Come si cambia”, “I treni a vapore”, “Il tempo non torna più”.
19 album in studio, 5 album dal vivo e 25 raccolte di successi la consacrano artista di assoluto livello ma la consacrazione vera arriva dal suo pubblico, quel pubblico che affolla il teatro, che sospira, gioisce, si turba, si alza ed applaude. Quel pubblico che, a ragione, la ama per il suo essere artista e donna a 360 gradi, autentica e non ipocrita, sincera, consapevole del proprio ruolo. 
Sulla copertina di questo ultimo album, che ha ispirato il tour, la copia de “Il Viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich, dal quale è stata tolta la nebbia per costringere chi guarda a guardare dove guarda il soggetto. Ciò che l’uomo vede è tutto ciò che l’uomo è riuscito a costruire e a distruggere. Sono i suoi capolavori e le sue miserie, è la sua sete di sapere ma anche di potere. Un altro monito, a guardare  diritto ed oltre, ad essere presenti alle vicende della vita, ad essere attori di un mondo migliore.