PRESENTE, PASSATO E FUTURO. GLI SPIRITI DEL NOSTRO NATALE.

Di Antonella Pederiva

Ebenezer Scrooge non sapeva quanto importanti fossero i sentimenti. O forse lo sapeva ma il tempo gli aveva reso il cuore duro. O forse, anzi sicuramente, erano state le vicessitudini della vita a fargli costruire quella corazza di uomo dedito solo al denaro e al lavoro. Ebenezer Scrooge non poteva fermarsi, non poteva rinunciare al guadagno, nemmeno la preghiera del suo dipendente lo impietosiva. Bob Cratchit voleva soltanto stare qualche ora in più con la sua famiglia, col suo piccolo malato, i soldi non erano tanti ma nella sua casa regnava la pietà, la compassione e l’amore. Jacob Marley lo aveva capito troppo tardi, ormai era morto e la sua pena era infinita, nulla poteva più spezzare le catene del rimorso. Troppo tardi si comprendono a volte quelle verità che sono semplici, lampanti, alla portata di cuore ma che sono offuscate dalle nebbie dei nostri egoismi personali, dalle nostre concezioni di benessere. Ma i miracoli a volte accadono. Succede così che, nella notte di Natale, l’uomo Scrooge viene indotto a pensare all’aridità del suo essere al mondo. Rivede sé stesso, timido e impacciato, desideroso solo di calore e dell’abbraccio di un padre e nel figlio sfortunato di Bob si riconosce e comprende il valore della salute e della vita, valori infinitamente superiori a quelli che aveva finora inseguito, nella spasmodica ricerca di accumulare. Scrooge capisce che tutto ciò che ha accumulato è poca cosa di fronte alla gruccia abbandonata del piccolo Tim e sa che non basterà annaffiare il fiore sulla sua tomba per riportarlo in vita. Tutto ciò che contava è là, sotto qualche metro di terra. Scrooge comprende. E tutto questo grazie al Natale. Anche per noi oggi è Natale, giorno di festa e di scambio di regali. Quei regali che ci siamo affrettati ad acquistare, nelle nostre corse frenetiche, ostacolati da un impiccio nuovo, quello scherzo della natura che ci ha reso più fragili, che ha placato la nostra arroganza, che ci ha costretti a fare una pausa, ad interrogarci sulla precarietà delle nostre convinzioni. E l’invisibile ci ha sottomessi, sbeffeggiati, ridicolizzati, da dominatori siamo diventati dominati. Ma il verme non è solo nella sua corsa. Il verme è alibi di sentimenti totalmente lontani dallo spirito del giorno che ci apprestiamo a festeggiare, così lontani dalle parole di quell’uomo che uomo non fu e che ha cambiato le sorti della Storia. Il fratello disconosce il fratello, il padre non riconosce più suo figlio. L’odio, ha vestito i colori della paura. Il messaggio di pace e fratellanza del bimbo di Betlemme si perde tra le luci intermittenti dei nostri alberi addobbati, altri sono i messaggi che arrivano alle nostre orecchie, bugie rivestite della sacralità del potere umano. Scrooge non è mai stato così caparbiamente attaccato alla sua natura primaria in questo nostro Natale.<br>
Cosa riserverà a noi lo spirito dei Natali futuri? Forse occorre ancora un miracolo in questo giorno. Forse, se chiudiamo gli occhi, arriveranno anche per noi gli spiriti buoni che ci faranno comprendere la nostra follia e che ci riconduranno, finalmente, sulla via dell’amore.

PRESENTE, PASSATO E FUTURO. GLI SPIRITI DEL NOSTRO NATALE

di Antonella Pederiva .

Foto: Scena dal film “A Christmas Carol”
di Robert Zemeckis
Tratto dal libro di Charles Dickens Mostra meno

Ebenezer Scrooge non sapeva quanto importanti fossero i sentimenti. O forse lo sapeva ma il tempo gli aveva reso il cuore duro. O forse, anzi sicuramente, erano state le vicessitudini della vita a fargli costruire quella corazza di uomo dedito solo al denaro e al lavoro. Ebenezer Scrooge non poteva fermarsi, non poteva rinunciare al guadagno, nemmeno la preghiera del suo dipendente lo impietosiva. Bob Cratchit voleva soltanto stare qualche ora in più con la sua famiglia, col suo piccolo malato, i soldi non erano tanti ma nella sua casa regnava la pietà, la compassione e l’amore. Jacob Marley lo aveva capito troppo tardi, ormai era morto e la sua pena era infinita, nulla poteva più spezzare le catene del rimorso. Troppo tardi si comprendono a volte quelle verità che sono semplici, lampanti, alla portata di cuore ma che sono offuscate dalle nebbie dei nostri egoismi personali, dalle nostre concezioni di benessere. Ma i miracoli a volte accadono. Succede così che, nella notte di Natale, l’uomo Scrooge viene indotto a pensare all’aridità del suo essere al mondo. Rivede sé stesso, timido e impacciato, desideroso solo di calore e dell’abbraccio di un padre e nel figlio sfortunato di Bob si riconosce e comprende il valore della salute e della vita, valori infinitamente superiori a quelli che aveva finora inseguito, nella spasmodica ricerca di accumulare. Scrooge capisce che tutto ciò che ha accumulato è poca cosa di fronte alla gruccia abbandonata del piccolo Tim e sa che non basterà annaffiare il fiore sulla sua tomba per riportarlo in vita. Tutto ciò che contava è là, sotto qualche metro di terra. Scrooge comprende. E tutto questo grazie al Natale. Anche per noi oggi è Natale, giorno di festa e di scambio di regali. Quei regali che ci siamo affrettati ad acquistare, nelle nostre corse frenetiche, ostacolati da un impiccio nuovo, quello scherzo della natura che ci ha reso più fragili, che ha placato la nostra arroganza, che ci ha costretti a fare una pausa, ad interrogarci sulla precarietà delle nostre convinzioni. E l’invisibile ci ha sottomessi, sbeffeggiati, ridicolizzati, da dominatori siamo diventati dominati. La nostra corsa infinita verso il successo materiale ci ha fregati. Non possiamo più fermarci, neanche di fronte alla morte. Cosa mai ci riserverà lo spirito dei Natali futuri? Forse occorre ancora un miracolo in questo giorno di Natale. Forse se chiudiamo gli occhi arriveranno anche per noi gli spiriti buoni che ci riconduranno sulla via dell’amore.(Antonella Pederiva) Emmeavideopoetry.com