di Antonella Pederiva .
“RINASCERÒ, RINASCERAI”, il canto ultimo di Stefano D’Orazio. Il cuore si stringe in una morsa al pensiero che l’autore di questo brano, proprio lui, ha perso la sua battaglia, contro un nemico subdolo e invisibile, che non guarda in faccia nessuno. “Impareremo un po’ di più” era la sua speranza, espressa, in un verso del testo. Io credo che non lo faremo, che non impareremo dai nostri errori. L’uomo vive in un perenne circolo vizioso di reiterazione del reato. In Italia è sicuramente così, perché l’italiano ha perso il senso civico di collettività e di bene comune. Gli italiani, negli ultimi decenni, escluse alcune realtà soprattutto di volontariato attivo, sono diventati microcosmi a sé stanti, rinchiusi nei loro egoismi ed interessi personali, totalmente distanti dal concetto di sacrificio a beneficio di un benessere superiore. Dispiace dire questo ma è la realtà che si affaccia quotidianamente in ogni discorso, in ogni commento. È nella bocca di quelli che hanno avuto anche il coraggio di dire che si sta usando la parola “covid” per strumentalizzare una morte che ci sarebbe ugualmente stata, che era nell’ordine di una patologia pregressa. Stefano ha smesso di battere il tempo sui piatti di un mondo che trema e barcolla, succube e vittima delle sue stesse creazioni. Ora la sua musica allieta altri spazi, altri luoghi, è sospesa nell’aria e nei cuori di chi ancora coltiva sentimenti e sogni.(Antonella Pederiva)Emmeavideopoetry.com