SENZA PACE, CRISTO NON RISORGE

Di Antonella Pederiva

In ogni guerra, in ogni conflitto, in ogni luogo dove gli adulti rivelano la pazzia delle loro menti malate di potere, a pagare il prezzo più grande sono i bambini, la nostra società più bella. Nessuno nasce odiando. Sono i grandi che insegnano ad un bambino ad odiare. I bambini si guardano e si riconoscono, non chiedono nazionalità e passaporti, sono tutti figli dello stesso Padre Celeste, quel Padre che si è immolato, invano, per la redenzione del mondo. Era il 2016, quando scrissi questa poesia. Sugli schermi scorrevano le immagini della vergogna, una bomba in un parco giochi. Disperazione, pianto, dolore. Una visione tremenda. Non l’ultima. Siria, Yemen, Etiopia, Afghanistan, deflagrazioni, ancora occhi impauriti, sguardi increduli.
Secondo il Rapporto “The forgotten ones”, l’ultimo della serie “Stop the War on Children” appena pubblicato in Italia da Save the Children, nel 2021, il Paese che ha registrato il più alto numero di bambini mutilati a causa di ordigni esplosivi (1723) o uccisi (633), è l’Afghanistan, insieme ai territori palestinesi occupati (OPT). In Somalia, sempre nel 2021, sono stati 793 i bambini uccisi o mutilati, ma la Somalia è un Paese in cui, da un decennio, si registra una media di 847 bambine e bambini uccisi e mutilati all’anno. Moltiplicando il dato per dieci, i conti sono presto fatti, solo che non si parla solo di numeri, ma di giovani esistenze spezzate. E poi c’è la Siria, dove il tasso dei bambini coinvolti e reclutati sale drammaticamente a 1.301 casi segnalati, purtroppo in crescita rispetto al 2016, quando se ne registravano (e si parla sempre di dati noti) 961. Escludendo l’Ucraina, guerra non ancora inclusa nel rapporto essendo iniziata nel 2022, anno non preso in considerazione, ammontano circa a 449 milioni le bambine e i bambini che nel 2021 hanno vissuto in aree di guerra o guerriglia. Il più alto numero di bambini colpiti da conflitti (180 milioni) è l’Africa, seguita dall’Asia (152 milioni) e dalle Americhe (64 milioni). Sempre secondo “Save the Children”, in Medio Oriente, 1 bambino su 3 non sa cosa sia vivere in pace. Per non parlare dello Yemen, dove otto anni di conflitto hanno costretto più di 4,5 milioni di persone, tra cui più di 2 milioni di bambini e bambine, a lasciare le loro case e dove 21,6 milioni di persone, tra cui 11 milioni di bambine e bambini, risultano aver bisogno di assistenza umanitaria.
Numeri impressionanti che ci rivelano un mondo sommerso, di cui nessuno o pochi parlano, a differenza dell’Ucraina dove è concentrato l’interesse del mondo e dove i finanziamenti dei Piani di risposta umanitaria (Piani HRP) sono tripli rispetto a tutti gli altri Paesi. Cosa possiamo fare? Essere consapevoli. Informarsi. Non voltarsi di fronte alle ingiustizie e ai soprusi. Tutte le ingiustizie. Tutti i soprusi. Essere sempre testimoni e portatori di pace, alzare la testa ed urlare il proprio NO alle guerre. A tutte le guerre. Perché non ci può essere Pasqua, laddove l’Umanità langue, laddove un bimbo soffre e muore.

LAHORE- PASQUA 2016

nel mio libro “Anima d’aquila”

Ti stavo spingendo

più in alto.

Ridevi.

Le tue mani

sfioravano il cielo.

Più in alto mamma,

più in alto!

Era un bel giorno

di sole.

La Pasqua del Dio

che risorge.

La vita che vince

la morte.

D’improvviso il boato.

Il sole non era

più sole.

L’aria sapeva di fumo

e di carne bruciata.

La morte che vince

la vita.

L’odio che vince

l’amore.

Le tue mani ora

toccano il cielo.

Più in alto mamma,

più in alto.