USQUE AD FINEM ©

Di Antonella Pederiva

da “La Metamorfosi del cuore”

E di tutto quel che ricordavi

potevi scrivere un messaggio

rivolto a quel futuro

che avevi già immaginato,

potevi scrivere un finale

che ti sembrasse logico

per poter decidere

ugualmente di continuare?

Nella legge del destino

è contemplata fuga,

ammutinamento o diserzione.

o semplicemente senno,

senso, oppure buon senso,

rivolta, tradimento,

provvida defezione?

Guardo la ruga che attraversa

la fronte, segno di tempo

trascorso senza inganno,

guardo quegl’occhi

che così spudoratamente

assomigliano ai miei,

naturale prosecuzione

dell’eredità dell’uomo

e nel profondo mi addoloro

di ciò che era, di ciò che è,

di ciò che arditamente

non ho saputo cambiare

e inutilmente interrogo,

ancora una volta, l’Eterno,

o chi per lui, o il niente

o il tutto, o l’universo,

le stagioni perse, le orme

di questi passi stanchi

Non solo anni, secoli

generazioni e genesi,

Quei dannati oblii

di cui non ho più memoria,

e mi ritrovo, anima,

lacera, sfilacciata e logora

nel giogo sconfinato

delle sue pulsazioni.

Usque ad finem.