Ti ascolto.
Ero lontana dall’immaginare che presto la tua arte avrebbe svoltato l’angolo di questa nostra dimensione, incontro ad un orizzonte che sembra sempre lontano finché lo guardi. Chilometri e chilometri che d’improvviso si fanno metri. E non te lo aspettavi di arrivare così presto. Ed entri dentro l’orizzonte, e sei tu l’orizzonte. Non so cosa tu veda da quell’orizzonte. Se tu ti volga verso il tuo passato, sorridendo di ciò che eri stato e rivolgendo un compassionevole sguardo verso chi è rimasto, chi ancora si strugge in fatui desideri e evanescenti materialità. Tu ormai sei oltre. Oltre ogni miseria umana, oltre ogni meschinità.