EDUCARE ALLA CITTADINANZA. L’ESEMPIO DELLA SCUOLA PARITARIA SS. INNOCENTI

di Antonella Pederiva .

Credo che uno dei vantaggi di scrivere su un sito personale, sia quello di poter, finalmente, scrivere liberamente in prima persona, senza pressioni esterne o tentativi di condizionamento dettati da necessità editoriali, anche legittime e indispensabili per evitare un Far West incontrollato delle parole e dei contenuti. È in questo mio contesto libero che ricevo la richiesta, da parte di un’insegnante della scuola dell’infanzia paritaria SS.Innocenti, ubicata fra i comuni di Galliera Veneta (PD) e Rossano Veneto (VI), di scrivere di un momento comunitario tra maestre e piccoli alunni, un piccolo spaccato di società che, a suo avviso, merita di essere condiviso. Lei è Sara Gastaldello, coordinatrice, e si fa portavoce delle colleghe. L’ obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di crescere cittadini responsabili e partecipativi della vita sociale, piccoli virgulti che, nella loro innocenza, possiedono quella saggezza che è di tutti alla nascita e che poi, col tempo, va scemando. Insegnare ai bambini, credo, sia la miglior occasione per apprendere ed imparare. Non a caso Uno che ha avuto un peso importante e decisivo nella Storia, affermò che per entrare nel regno dei Cieli era necessario tornare piccoli. La Scuola paritaria, SS. Innocenti, attualmente ospita 94 bambini, provenienti prevalentemente dai comuni sopracitati. In essa lavorano sei insegnanti. Quest’anno, per rispondere alle normative relative all’emergenza sanitaria, si è reso necessario modificare l’impianto didattico-educativo, pur cercando di rimanere saldi ad alcuni degli aspetti caratterizzanti: la centralità del bambino, la collegialità, la teoria delle intelligenze multiple e la prosocialitá. “Vorremmo condividere quanto successo spontaneamente a scuola durante un momento di routine, dal momento che riteniamo possa essere davvero uno spunto significativo e di riflessione per l’intera comunità. Noi maestre abbiamo voluto cogliere questo momento spontaneo in quanto crediamo fermamente che l’educazione sia l’arma più potente per cambiare il mondo (Freire). Stamattina è stata la conferma del fatto che è vero che ci vuole un villaggio per educare un bambino, ma a volte la saggezza di bambino basta per educare un intero villaggio”, queste le parole di Sara. Accetto subito la proposta, salvo poi ad avere un ripensamento. Conosco bene i meccanismi del giornalismo e della mente dei lettori. Nei miei articoli, anche da dipendente, ho sempre cercato di mantenere un’obiettività a tutto tondo, imponendo a me stessa di liberarmi dei miei preconcetti e dalle ideologie, soprattutto politiche. Nella discussione si mette in risalto un noto personaggio, politico appunto, ed immagino già i commenti che possono scaturire dal mio articolo, immagino già le accuse di propaganda. Il rischio di fare un post pubblicitario è grande. Sono quasi tentata di rifiutare ma è solo un attimo. Siamo in Veneto, il presidente di cui si parla lo conoscono ormai tutti, ultimamente, credo, non ci sia una trasmissione, onestamente, a cui non ha partecipato. Ma è un presidente regolarmente e democraticamente eletto, come lo è qualsiasi altro di qualsivoglia altra regione e di qualsiasi altra corrente partitica. Veneto o Emilia Romagna non ha importanza, al posto di questo nome avrebbe potuto esserci qualsiasi altro nome, il messaggio che questi bambini, spontaneamente, trasmettono è uno solo: “il rispetto delle istituzioni”. Poco importa che le idee non siano le stesse, la contestazione è permessa, se nei giusti parametri legalizzati e civili, ma il rispetto dei decreti e degli ordinamenti di chi è stato insignito dal popolo del diritto di stilarli, è fondamentale. Ecco allora l’importanza di questo momento non irrilevante ma profondamente significativo. Un plauso, doveroso, a queste educatrici che hanno saputo creare un’occasione importante di riflessione e che hanno voluto rendercene partecipi e un plauso ai genitori che, evidentemente, hanno seminato valori. Il cittadino è cittadino dalla sua nascita. Ma un bimbo diventa adulto e cittadino consapevole con l’attenzione e con l’esempio. Altro non dico. Vi riporto la conversazione, così come è stata descritta dalle maestre e vi auguro buona lettura e buona riflessione.

“Vogliamo condividere quanto sanno sorprenderci i nostri bambini. Vogliamo rendervi partecipi di come, spontaneamente, da una piccola conversazione, possa nascere una grande riflessione. Questa mattina, durante il momento di ruotine del piccolo cerchio (quest’anno sapete che va così 😷), R. (5 anni) afferma che domani andrà in montagna con la mamma e il papà. L. (5 anni) gli ricorda: “domani non si può uscire dal proprio comune”. Noi maestre abbiamo colto la “palla al balzo” chiedendo come mai avesse fatto questa affermazione…Riportiamo qua sotto la loro conversazione: L.: “L’ha detto Zaia” Maestre: “Ma chi è Zaia?” M.(4 anni): “È il capo del Veneto” C.(5 anni): “È come il sindaco” Maestre: “È di più di un sindaco. Il sindaco decide per il comune. Zaia decide per tutta la regione Veneto” J. (4 anni): “Lui parla a tutti in TV. Ha tanti microfoni così lo sentono meglio” Qui le maestre ne approfittano e mostrano alla LIM un video di una conferenza. R. (5 anni): “Vicino a lui quando parla c’è una signora che fa i segni” Maestre: “Come mai?” R. (5anni): “Li fa per chi non sente così anche loro capiscono” V.(4 anni): “Lei è l’unica senza mascherina” Maestre: “Come mai?” R. (5 anni): “Perché abitano insieme. Sono congiunti😂” Maestre:” (sorridendo) No, secondo noi non abitano insieme. C’è un altro motivo” L. (5 anni): ” Chi non sente guarda anche le labbra” ….. Ma non è finita qui 😂 A. (5 anni): “Zaia dà le regole per il nostro bene” Maestre: “Fa come le mamme e i papà a casa e le maestre a scuola” A: (5 anni): “Perché anche lui ci vuole bene” R. (5 anni): “Lui fa il suo dovere” Anche questa è una caratteristica del nostro fare scuola. Il protagonismo degli alunni è questo: cogliere i loro spunti e lasciare il tempo che essi prendano forma, nell’ottica della flessibilità. Il compito di noi maestre è di essere registe. Inoltre questa breve ma profonda riflessione è diventata occasione per educare alla cittadinanza 💜“.