GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE. SLOGAN O CONSAPEVOLEZZA?

di Antonella Pederiva .

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Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, fa riflettere il fatto che, nel mondo, ancora oggi, una delle prime cause di morte delle donne, tra i 16 e i 44 anni, sia l’omicidio compiuto da persone conosciute, come mariti, compagni, partner o ex partner. L’aumento di casi rilevato dall’inizio della pandemia di Covid-19 dimostra che la violenza, spesso, si consuma all’interno delle mura domestiche.
Secondo un report realizzato dal servizio analisi criminale della direzione della Polizia Criminale su Violenza di genere e omicidi volontari con vittime donne: il numero di assassinii volontari nei primi sei mesi del 2020 è sceso a 131, contro i 161 dello scorso anno, ma quello di donne uccise è salito da 56 a 59. Il passo avanti fatto dal nostro Paese con l’approvazione della legge 69/2019, ovvero il famoso Codice Rosso, che ha inserito nuovi reati e ulteriori misure cautelari e di prevenzione, purtroppo, sembra non essere sufficiente ad arginare il fenomeno. Nonostante la legge abbia rafforzato il quadro giuridico globale, infatti, le donne sopportano e non denunciano per timore, ancora, di ritorsioni e di non essere tutelate. A scoraggiare azioni legali è anche la non certezza della pena, la lunghezza dei processi e l’alto numero di archiviazioni di casi, dovuti, in tanti casi, a inadempienze dei tribunali e ad un sistema giuridico e burocratico macchinoso che, spesso, non infonde fiducia. Questo in Italia. E nel mondo?
In base a quanto riportato da UN Women, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere e l’empowerment femminile, a livello globale il 35% delle donne ha subito un qualche tipo di violenza fisica o sessuale. Sono 137 le donne uccise ogni giorno da un membro della famiglia. Gli ultimi dati disponibili, descrivono un quadro preoccupante: 87mila donne uccise in tutto il mondo, più della metà (circa 50mila) uccise da partner o familiari e più di un terzo (circa 30mila) dall’attuale o ex partner. Poche anche, nel mondo, le donne che cercano un aiuto di qualsiasi tipo, chi lo fa si rivolge quasi sempre ad amici o familiari: meno del 10% fa ricorso alla polizia. Si stimano 155 Paesi che hanno approvato leggi sulla violenza domestica e 140 paesi che abbiano leggi relative alle molestie sessuali sul posto di lavoro. Non sempre, però, queste leggi sembrano conformi agli standard internazionali, attuate e fatte rispettare. Le diverse culture permettono anche altre situazioni, nel 2019 una donna su cinque, di età compresa tra i 20 e i 24 anni, si è sposata prima dei 18 anni, in matrimoni in cui non ha potuto scegliere, e almeno 200 milioni di donne e ragazze, di età compresa tra i 15 e i 49 anni, hanno subito mutilazioni genitali. Panchine e scarpe rosse, sembrano quindi non bastare. Come tutte le ricorrenze, infatti, anche questa rischia di trasformarsi in uno slogan da accantonare il giorno seguente. Non basta una giornata sola per sensibilizzare l’opinione pubblica e renderla consapevole della necessità di sovvertire la tendenza, servono azioni concrete che passino anche attraverso l’educazione delle nuove generazioni ad un maggior rispetto delle donne, scardinando anni di preconcetti, di convinzioni e di soprusi nascosti sotto culture, abitudini e tradizioni.
(Antonella Pederiva)

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