POESIA A BOCCA CHIUSA

di Antonella Pederiva

Il 16 novembre 1922, José Saramago apre gli occhi alla vita. Scrittore, drammaturgo, giornalista, traduttore, premio Nobel.
Io, da poeta, lo adoro come poeta e io, come poeta, riempio l’aria di suoni che si chiamano parole, ma molte di più sono le parole che serbo nel cuore…

fotomontaggio da immagini web

Di José Saramago


POESIA A BOCCA CHIUSA

Non dirò:
che il silenzio mi soffoca e imbavaglia.
Zitto io sto e zitto resterò:
la lingua che io parlo è d’altra razza.
Si ammucchiano parole consumate,
ristagnano, cisterna d’acqua morte,
acide pene in fango trasformate,
melma fangosa con radici storte.
Non dirò:
che non meritano neppur lo sforzo d’esser dette,
parole inette a dire quanto so
qui nel rifugio in cui non mi conoscono.
Non solo fango o melma si trascinano,
non solo bestie, morti, paure galleggiano,
turgidi frutti in grappoli s’intrecciano
nel nero pozzo da dove affiorano dita.
Dirò solo:
stizzosamente appartato e muto,
che chi si tace quanto io ho taciuto
non può morire senza dire tutto.

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