UN MINUTO DI SILENZIO PER COMMEMORARE IL SACRIFICIO. EI FU.

di Antonella Pederiva

fonte / adnkronos

Per quanto mi riguarda, trovo assolutamente pericolosi i commenti di amici che inneggiano alla ribellione e giustificano gli atti di violenza visti a Napoli, peraltro organizzati, come giustamente detto dal premier, da frange estremiste e da professionisti del crimine che stanno sfruttando a loro vantaggio l’insoddisfazione popolare. Non cadiamo nella trappola, usiamo l’intelligenza e i neuroni che Dio (forse) ci ha dato. Poi, cari amici, per favore, smettiamola di guardare all’Italia come fosse un’isola dispersa nell’oceano! Datela un’occhiata a cosa succede nel resto del mondo! Leggetevi le restrizioni che gli altri Stati stanno attuando. Capisco che il momento è favorevole ai detrattori del governo per tirare l’acqua al proprio mulino ma davvero credete che se al potere fossero stati altri partiti avrebbero potuto far meglio? Avrebbero estratto conigli dal cilindro e li avrebbero distribuiti al popolo? Oppure per accontentare tutti, al grido di “libertà”, avrebbero lasciato tutto come era prima della pandemia, affidandosi al caso e alla buona sorte, rischiando di intasare gli ospedali, di mettere in ginocchio la sanità e di contare i morti? È assolutamente irrealistico pensare di non dover fare nulla per ottenere risultati. Davvero pensate che lasciando tutto come ora, fra qualche mese non ne pagheremmo le conseguenze e l’economia non ne risentirà? Davvero credete nell’immunità di gregge e che tutto, come per miracolo, sparirà solo perché noi lo vogliamo? Forse si poteva fare di più, sicuramente si poteva fare di più, potenziando quel sistema sanitario che tutti, e dico tutti, i governi che si sono succeduti hanno cercato di affossare, togliendo soldi e risorse per finanziare altri settori, comprese le proprie tasche. Credo che oggi nel popolo manchino aspetti essenziali, la consapevolezza, lo spirito critico, l’obiettività. Ma uno fra tutti che negli anni è andato perso. Un aspetto che invece era forte nei nostri nonni, in mio padre reduce, in quegli antenati che avevano patito la guerra, quella vera, non quella da divano e Grande Fratello la sera, quelli che mangiavano bucce di patate, quelli che, come mio zio, sono morti per mancanza di cibo e vitamine, unico alimento la polenta, quando ce n’era. E questo aspetto si chiama SACRIFICIO. Sacrificio comune per un bene comune. Un esercito senza accordo, dove ognuno va per conto suo, non può espugnare il nemico. Solo perire sul campo di battaglia!