COME PUÒ UN POETA TACERE? (ABBIAMO LE NOSTRE NOTTI INSONNI, LA POESIA DELLA MERINI) .

Di Antonella Pederiva

COME PUÒ UN POETA TACERE?©

Come può un poeta tacere?
Le vicende del mondo
sono spine,
le sofferenze del mondo
sono lance
puntate al cuore.
Come può un poeta tacere?
Il suo corpo
è il corpo del dolore,
le ingiustizie,
tormento,
le sue parole,
sassi
a colpire le coscienze.

Come può un poeta tacere?
di Alda Merini, da “La Terra Santa”:

ABBIAMO LE NOSTRE NOTTI INSONNI…

I poeti conclamano il vero,
potrebbero essere dittatori
e forse anche profeti,
perché dobbiamo schiacciarli
contro un muro arroventato?
Eppure i poeti sono inermi,
l’algebra dolce del nostro destino.
Hanno un corpo per tutti
e una universale memoria,
perché dobbiamo estirparli
come si sradica l’erba impura?
Abbiamo le nostre notti insonni,
le mille malagevoli rovine,
e il pallore delle estasi di sera,
abbiamo bambole di fuoco
cosi come Coppelia
e abbiamo esseri turgidi di male
che ci infettano il cuore e le reni
perché non ci arrendiamo…
Lasciamoli al loro linguaggio, l’esempio
del loro vivere nudo
ci sosterrà fino alla fine del mondo
quando prenderanno le trombe
e suoneranno per noi.

Breve nota: “Coppelia” è un balletto comico del 1870 originariamente coreografato da Arthur Saint-Léon sulla musica di Léo Delibes, su libretto di Charles-Louis -Étienne Nuitter. Narra la storia di Coppelia (dal greco “giovane donna”), una bambola danzante, costruita dal dr. Coppelius, un misterioso e vagamente diabolico costruttore di automi, bambole meccaniche.