di Antonella Pederiva
“Tu che ci fai qui?” “Ti aspettavo.” “E come facevi a sapere che sarei arrivata?” “Ho pensato: conto fino a 10, se non arriva, vado via.” “E fino a che numero sei arrivato?” “Duemilasettecento. Ma potevo continuare!”
È questa la sintesi dell’amore. E non c’è San Valentino che tenga. L’amore dell’apparenza contro l’amore dell’attesa, che si perpetua ogni giorno. L’amore che c’è. Paziente e rassicurante. Dovunque io vada so che tu mi aspetterai. E sarò ovunque nei tuoi pensieri. L’amore della cura, come cantava Battiato. Avrò cura di te. Perché in te trovo la mia essenza. Questo è amore….tutto il resto è abitudine, bisogno egoistico di presenza fisica che riempia le mie mancanze e le mie necessità. La Presenza con la P maiuscola è fatta di altre cose. È esserci, e esserci anche quando sono assente, è comprendere, o tentativo estremo di comprendere, è valorizzare, aiutare a crescere, crescere insieme. Non è amore quello che possiede, è amore quello che accompagna, che ricerca il benessere dell’altro, che è capace di allontanarsi per far spazio all’altrui felicità. Non esistono amori malati, l’amore è sempre sano, esiste solo il malato, senza amore, malato di ignoranza, malato di pregiudizio, malato di gelosia, di orgoglio e di ottusità, di scarsa fiducia in sé stessi, di stupidità.