LA STELLA DI HERMANN HESSE, IL POETA FILOSOFO di Antonella Pederiva

9 agosto 1962, muore Hermann Hesse, scrittore, poeta, aforista, filosofo e pittore tedesco naturalizzato svizzero, insignito del premio Nobel per la letteratura nel 1946, uno degli scrittori di lingua tedesca più letti del mondo, in particolare del XX secolo: i suoi scritti sono stati tradotti in più di 60 lingue, con più di 150 milioni di copie vendute. Un autore inquieto, un pensatore irrequieto, un esistenzialista che tentò di comunicare con l’esistere che, in un determinato periodo del suo percorso, entrò in contatto con la cultura indiana, riconoscendo in questa dottrina, o meglio, in questa filosofia di vita, la completa mancanza di fanatismo che lo aveva disturbato nelle religioni. Da questo incontro nasce “Siddhartha”, uno dei suoi capolavori. Un libro che riesce nello scopo di unire lirica ed epica, ma anche narrazione e meditazione, elevazione e sensualità. Anche se ispirato liberamente alla vicenda biografica del Buddha, Siddhartha Gautama, il protagonista non è il Buddha storico, il quale compare nel libro come personaggio secondario sotto il nome di Gotama, ma una creazione della sua fantasia, nel tentativo di rappresentare uno dei tanti potenziali Buddha. Tema principale dell’opera è il Tempo, l’eternità che sorge dall’unità del mondo, passato e futuro parti di un eterno presente. Non è tramite lo studio che si arriva alla conoscenza, ma tramite la ricerca, per mezzo di una personale rivelazione, a cui si accede attraverso la meditazione e l’ascolto, di sé stessi e del mondo.

Dalle sue poesie:

SONO UNA STELLA

Sono una stella del firmamento

che osserva il mondo,

disprezza il mondo e si consuma nel proprio ardore.

Io sono il mare di notte in tempesta

il mare urlante che accumula nuovi

peccati e agli antichi rende mercede.

Sono dal vostro mondo esiliato

di superbia educato, dalla superbia frodato,

io sono il re senza corona.

Son la passione senza parole

senza pietra del focolare, senz’arma nella guerra,

è la mia stessa forza che mi ammala.

ICH BIN EIN STERN

Ich bin ein Stern am Firmament,

der die Welt betrachtet, die Welt verachtet,

und in der eignen Glut verbrennt.

Ich bin das Meer, das nächtens stürmt,

das klagende Meer, das opferschwerzu

alten Sünden neue türmt.

Ich bin von Eurer Welt verbannt

vom Stolz erzogen, vom Stolz belogen,

ich bin ein König ohne Land.

Ich bin die stumme Leidenschaft,

im Haus ohne Herd, im Krieg ohne Schwert,

und krank an meiner eignen Kraft.