NESSUNA PIETÀ. CHE IL GIOCO CONTINUI

Di Antonella Pederiva

fotomontaggio da immagini web.

Credo siano evidenti a tutti le molte contraddizioni di questa competizione. Credo che chi non vuole vedere abbia un urgente bisogno di una visita dallo specialista. Le falle della narrazione sono palesi, non hanno nemmeno bisogno di grandi riflessioni, di complicate valutazioni. Sul campo di gioco ci sono attaccati ed attaccanti e a bordo campo presidenti, allenatori e majorettes. E giornalisti, fotografi, cameraman e registi. Pochissimi gli spettatori presenti. Quasi a tutti è solo concesso di guardare le immagini proposte sul grande schermo, immagini selezionate, scelte, fotogrammi ripresi da un sola angolazione. Quando finirà la partita? C’è un chiaro interesse a farla continuare, a buttare palloni, incitando i contendenti ad uno scontro sempre più duro, sempre più marcato, non sono contemplate tregue, mediazioni, compromessi, chiunque voglia portare una borraccia d’acqua fresca, è subito tacciato di complicità con l’avversario, allontanato ed accompagnato negli spogliatoi; persino il grande cappellano è diffidato dal suo compito di portatore del messaggio evangelico. Eppure è Pasqua, e in molti si stanno preparando a fare il segno della croce dentro i loro templi di culto. La croce vera, però, la stanno portando altri, hanno le mani sanguinanti, i volti feriti, i segni della spada sul fianco e chiedono pietà.