OMAGGIO A KAHLIL GIBRAN, PROFETA DELL’AMORE.

Di Antonella Pederiva

Fonte foto da montaggio web

E finalmente, dopo una giornata di suoni, voci e rumori, uno sprazzo di silenzio. Amo la gente ed amo la mia solitudine. Amo il riuscire ad afferrare finalmente il senso dei miei pensieri. Amo la pace che mi trasmette il distacco dal frastuono, amo l’abbandono a me che ordina in versi le parole. Sì, amo questo mio silenzio.(Antonella Pederiva)

A 91 anni dalla morte di KAHLIL GIBRAN, vi propongo queste sue poesie.

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Da “Il profeta”:

Molto ti abbiamo amato.

Ma muto era il nostro amore

e nascosto da veli.

Eppure è un amore che ora grida forte

e ti chiama e vorrebbe rivelarsi davanti a te.

E sempre è avvenuto

che l’amore non conosce la sua profondità

fino all’ora del distacco.

Da “Le ali spezzate”:

IL SILENZIO

Esiste qualcosa di più grande e più puro

rispetto a ciò che la bocca pronuncia.

Il silenzio illumina l’anima,

sussurra ai cuori e li unisce.

Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,

ci fa veleggiare

nel firmamento dello spirito,

ci avvicina al cielo;

ci fa sentire che il corpo

è nulla più che una prigione,

e questo mondo è un luogo d’esilio.

Nato il 6 gennaio 1883 nella città di Bsharri, oggi parte del Libano settentrionale, Gibran visse a lungo negli Stati Uniti e morì a New York il 10 aprile 1931. Pittore, filosofo e teologo, dopo William Shakespeare e Lao Tzu è lo scrittore più letto della storia. Il Profeta, la sua opera migliore, fu un successo clamoroso, le sue opere poetiche e narrative sono state tradotte in tutto il mondo e in tutte le lingue.

Da “Le parole non dette”:

PREGHIERA CON IL FRATELLO

Sei mio fratello: siamo figli dello stesso spirito universale.

Sei mio simile: siamo prigionieri di due corpi fatti della stessa argilla.

Prendi da me ciò che vuoi, non ruberai se non la parte a cui hai diritto

e le cose che ho preso per avidità.

Ti amo quando ti prostri nella tua

moschea, quando t’inchini nella tua chiesa, quando preghi nella tua sinagoga.

Tu ed io siamo figli della stessa fede: lo Spirito.

E quelli che vengono posti a capo dei suoi molti rami sono come le

dita della mano di una divinità che addita la perfezione dello Spirito.

Ti amo per amore della tua verità, che emerge dalla mente di tutti gli

uomini; verità che ora non vedo a causa della mia cecità, ma che

ritengo sacra perché appartiene alle cose dello spirito.

La tua verità incontrerà la mia nel mondo che verrà: ecco si fondono

l’una con l’altra come il profumo che sale dai fiori, diventano una sola

che in sé tutto comprende, immortale nell’immortalità di amore e

bellezza.